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Scrutinio linguistico, Interlingua utile?

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QuintoMondo
view post Posted on 27/6/2005, 18:05 by: QuintoMondo




QUOTE (PSICOPATICO E. @ 27/6/2005, 17:07)
QUOTE (canesciolto @ 26/6/2005, 23:19)
Scusa Tallini, ma una lingua E' proprio quello...racchiude il bene ed il male di un popolo intero, in una lingua appunto, ha una storia una tradizione, per questo l'esperanto è fallito, troppo sintetica, inventata oggi per il domani. La lingua, o meglio, il modo di esprimersi è storia di secoli e secoli...credo non si possa inventare una lingua di sana pianta!!

cane de qual populo parla?
La lingua italiana cosa racchiude del popolo ponferratino o imperiale?

Beh, forse di sana pianta no, Canesciolto, ma il fatto che ci siano ben 6,800 lingue parlate sulla terra in questo momento, mi fa pensare che ci sia stato molto di più di un singolo Zamenhof, magari tanti piccoli Zamenhof...

Linguisti stimano che quasi la metà di queste lingue non hanno una forma scritta, e queste sicuramente non hanno troppe possibilità di sopravvivenza. Delle 6,800 lingue poi, 438 sono praticamente sull'orlo dell'estinzione, mentre solo 600 di queste si può dire siano lontane dalla medesima sorte. Poco di più di 500 lingue, o l'8% delle lingue del mondo, ha meno di 100 parlanti. Su Wikipedia, se si considera come lingua dinamica e rappresentativa una lingua con almeno 100 articoli nella stessa lingua, allora ci sono Wikipedie in 101 lingue.

È vero che lingue evolvono poco alla volta, però le lingue non necessariamente riflettono tutti i valori e tutta la cultura di un popolo in modo democratico. Non solo, come dice Psico, la lingua italiana non riflette alcunché di ponteferratino o imperiale, ma sarebbe pure difficile che certi concetti vengano perfino assorbiti dalla cultura dominante italiana che, come ho detto prima, non è monarchica nel complesso, non è protestante o buddhista, non è pratica o tecnologica (è astratta e accademica, insomma), non è democratica, e non è secolare o atea. Non che ci sia un sommo male rappresentato dalla cultura di lingua italiana in sé, ma il fatto rimane che non è quintomondista, e male rappresenterebbe questa cultura.

Recentemente ho notato che il concetto del diritto cesidiano è cominciato ad entrare nella lingua inglese, poiché ho notato che c'è "Cesidian law" in un importante dizionario virtuale, e non è là perché ce l'ho messo io, o è arrivato là via un tipo di spam. No, è là paradossalmente perché il proprietario del dizionario l'ha incluso deliberatamente! Questo fatto è sicuramente positivo, ma è anche un fatto isolato, non un fenomeno di massa. La cultura quintomondista non viene assorbita non perché non è originale o interessante, ma perché non è né ufficiale, né accademica, né commerciale. Insomma, se vogliamo che questa cultura non cada nell'oblìo, allora dobbiamo acquistare un po' di indipendenza linguistica sia dall'inglese che dall'italiano.

Ciò non significa che smetteremo di parlare l'inglese o l'italiano, o anche qualche altra lingua che siamo in grado di usare; questo sarebbe assurdo. Ciò significa che dobbiamo usare una lingua che non è né inglese, né italiana.

Ho visto nella Wikipedia che alcuni avevano creato un'enciclopedia separata in moldavo, una lingua praticamente identica al rumeno, eccetto per qualche parola assorbita dal russo o dall'ucraino, e chiamato moldavo soprattutto per ragioni politiche. Beh, i 15 articoli che erano stati creati in moldavo, o sono stati spostati nella indistinta sezione rumena, oppure sono stati eliminati del tutto! Non è una buona idea, quindi, creare un "talliniano", una forma dell'italiano con 100 parole di più a quella lingua, e magari con differenze d'ortografia. Col tempo quella lingua farebbe la fine del moldavo.

Un patois d'inglese e italiano insieme non va bene. Farebbe schifo, e non ci rappresenta nemmeno.

Un dialetto o variante dell'italiano neppure è utile, una versione "forte" di talliniano. Ho notato che il sardo ed il siciliano sono considerate lingue in Italia, e ambedue hanno le loro Wikipedie. Il napoletano, però, non lo ha, nonostante il numero consistente di persone che lo parla, e probabilmente perchè non ha lo status ufficiale di lingua in Italia (fuori l'Italia il napoletano è considerato lingua).

Quindi è soltanto logico prendere una lingua già esistente come l'interlingua, una lingua separata, riconosciuta, e con 2.435 articoli già scritti nella Wikipedia, una lingua romanza, e già decisamente leggibile pure agli stranieri, impararla a dovere e arricchirla di termini quintomondisti. In fondo quella lingua è già americana perché nacque in America ed ha un po' d'inglese sul fondo; e la lingua è già italiana o europea pure, perché ricchissima di vocaboli latini, italiani, spagnoli, portoghesi, e francesi. Come il Quinto Mondo pure è stata intelligentemente costruita, e da più di una singola persona, e contrariamente ai dialetti, più quartomondisti che quintomondisti, l'interlingua è anche sofisticata, e parlata da persone sofisticate! Devo pure aggiungere che se l'Unione Mondiale per Interlingua ha accettato ufficiosamente micronazioni come il Principato di Corvinia e l'Impero di Almazonia, perché in quelle interlingua è ufficiale, sono sicuro che accetteranno anche di più il Quinto Mondo!

È la nostra lingua, il nostro idioma l'interlingua? No. Ma il fiorentino non era neppure italiano secoli fa, e noi abbiamo l'opportunità, con i computer e un po' d'organizzazione, di accellerare l'assimilazione!
 
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20 replies since 26/6/2005, 18:49   229 views
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